Female-Driven Startups: Le donne italiane che stanno innovando il 2025

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Nel 2025, le startup fondate da donne in Italia stanno mostrando segnali di crescita, resilienza e visione. Nonostante un panorama ancora dominato da fondatori uomini, sempre più imprenditrici italiane stanno emergendo in settori ad alta intensità tecnologica e mediatica. Tra queste, un esempio illuminante è Bianca Arrighini, co-fondatrice e CEO di Factanza Media, intervistata da noi per capire come si sviluppano oggi le imprese femminili e quali ostacoli ci sono da superare.

Il contesto dell’imprenditoria femminile in Italia

Secondo i dati Unioncamere 2024, le imprese femminili in Italia rappresentano circa il 22,2% del totale, una percentuale stabile negli ultimi anni ma ancora troppo bassa rispetto al potenziale. Le startup innovative guidate da donne, inoltre, rappresentano solo il 14,26% del totale (dati Osservatorio Nazionale sull’Imprenditoria Femminile, secondo trimestre 2024). Le difficoltà di accesso al credito, i bias culturali e la mancanza di modelli di riferimento continuano a limitare la crescita di molte founder.

Nonostante questo, c’è un crescente fermento nei settori della comunicazione, dell’educazione digitale, della sostenibilità e del tech: settori dove le donne stanno facendo la differenza con proposte innovative e spesso inclusive. È anche grazie a una nuova generazione di role model che oggi l’imprenditoria femminile in Italia può finalmente contare su una visibilità crescente e su una spinta culturale importante.

A confermare la rilevanza del fenomeno ci sono anche i dati del Global Entrepreneurship Monitor 2023, secondo cui le donne italiane tra i 25 e i 44 anni mostrano una propensione imprenditoriale superiore rispetto alla media europea, ma spesso faticano a trovare il supporto istituzionale e finanziario necessario a far crescere le loro idee imprenditoriali.

Bianca Arrighini e la nascita di Factanza Media

Bianca Arrighini ha fondato Factanza Media nel 2019 insieme a Livia Viganò. L’idea è nata durante gli anni universitari alla Bocconi, da un bisogno chiaro: rendere l’informazione più accessibile e comprensibile per le nuove generazioni.

“Studiavo alla Bocconi, e insieme a Livia Viganò ci siamo rese conto che l’informazione tradizionale non riusciva a parlare davvero ai giovani, in quanto era lontana dal nostro modo di consumare contenuti e dai temi prioritari che devono affrontare le nuove generazioni di oggi.”

Durante la pandemia, il progetto ha avuto una spinta decisiva. L’urgenza di informarsi, unita alla confusione generata dalle fonti classiche, ha portato moltissimi utenti a cercare alternative. Factanza è diventata rapidamente un punto di riferimento per l’informazione social in Italia.

“Il momento in cui abbiamo capito che Factanza poteva diventare un vero progetto è stato durante la pandemia. In quei mesi, l’attenzione verso le notizie è esplosa, ma le fonti tradizionali non riuscivano a rispondere alle esigenze di immediatezza e chiarezza del pubblico più giovane.”

Le sfide culturali e il ruolo della leadership femminile

Bianca ha raccontato che una delle difficoltà maggiori incontrate è stata la percezione della leadership femminile. In Italia, una donna decisa viene spesso vista come troppo aggressiva, mentre una empatica rischia di essere percepita come debole. Il pregiudizio è ancora forte, soprattutto quando ci si confronta con investitori o stakeholder esterni.

“Uno dei bias più diffusi è quello della leadership femminile percepita come meno autorevole. In molti contesti, se una donna è determinata, viene vista come troppo aggressiva; se è empatica, viene percepita come poco adatta a ruoli decisionali.”

Il modo migliore per superare queste barriere? Non accettare la narrazione dominante e non cercare di cambiare se stesse per adattarsi a un modello maschile di leadership.

“Ho imparato a dare meno peso alle aspettative altrui e a concentrarmi su ciò che conta davvero: fare il mio lavoro con visione e coerenza, senza la pressione di dover sempre provare qualcosa.”

Bianca sottolinea anche quanto sia fondamentale non restare in silenzio quando si verificano dinamiche discriminatorie. “A volte si tende a evitare il confronto per non sembrare polemiche o ‘scomode’, ma in realtà far emergere una mentalità sbagliata è spesso il primo passo per cambiarla.”

L’importanza dei role model e delle reti

Uno degli aspetti più sottovalutati è la visibilità. Bianca insiste su quanto sia importante raccontare storie di successo femminili: solo così le nuove generazioni possono iniziare a immaginarsi in ruoli di leadership.

“La visibilità è importante: se non vedi nessuno che ti somiglia in certi ruoli, fai più fatica a immaginarti lì.”

Accanto alla visibilità, Bianca evidenzia anche il ruolo delle reti: “Ho trovato grande valore nel costruire una rete di confronto con altre imprenditrici e leader. Non per cercare conferme, ma per avere uno spazio in cui potersi riconoscere, supportare e normalizzare certe esperienze.”

Secondo il rapporto SheFigures 2023 della Commissione Europea, le donne italiane sono tra le meno rappresentate nei ruoli apicali in ambito STEM. Questo rende ancora più urgente la necessità di role model visibili e reti di supporto orizzontali e verticali.

Suggerimenti alle giovani founder

Il consiglio più importante? Non lasciare che la sindrome dell’impostore prenda il sopravvento.

“Quando ti senti fuori posto, fermati e chiediti: ‘Se fossi un uomo con le stesse competenze e lo stesso percorso, avrei questi stessi dubbi?’. Spesso la risposta è no. E questo è il segnale che non sei tu il problema, ma la narrazione in cui sei cresciuta.”

Bianca invita le giovani a non adattarsi a schemi che non sentono propri: “Ci hanno fatto credere che per guidare un’azienda si debba essere iper-assertive, sempre sicure di sé, impeccabili sotto ogni aspetto. Ma la leadership può avere tante forme, e non devi cambiare per adattarti a uno schema che non ti appartiene.”

Un altro suggerimento? Cercare mentori, uomini o donne, che possano offrire punti di vista sinceri ma costruttivi. Il confronto è parte integrante del processo di crescita.

Dove sta andando l’ecosistema?

Bianca immagina un futuro in cui Factanza continui a crescere, espandendosi su nuove piattaforme e formati. Il suo auspicio è che l’imprenditoria femminile non sia più una nicchia, ma una componente strutturale dell’innovazione in Italia.

“Nei prossimi anni vedo Factanza consolidarsi come punto di riferimento per l’informazione delle nuove generazioni, ampliando il nostro impatto e sperimentando nuovi formati e piattaforme.”

Un cambiamento è già in atto: lo dimostrano le iniziative del PNRR che destinano oltre 400 milioni di euro al sostegno dell’imprenditoria femminile (Ministero delle Imprese e del Made in Italy, 2023). Ma è solo l’inizio: servono ancora più incentivi, mentoring, fondi e visibilità.

Nel frattempo, alcune regioni italiane stanno sperimentando bandi dedicati esclusivamente a imprese fondate da donne under 35, con accesso agevolato a incubatori, acceleratori e fondi di garanzia pubblici. È un segnale che anche le istituzioni si stanno muovendo per ridurre il gap.

Sicurezza digitale per imprenditrici connesse

In un contesto dove le imprenditrici italiane sono sempre più attive anche online, è fondamentale proteggere dati, idee e comunicazioni. L’utilizzo di strumenti come una VPN Italia consente non solo di navigare in modo più sicuro, ma anche di accedere a servizi e piattaforme in altri paesi, un vantaggio cruciale per chi lavora nel digitale o gestisce team internazionali.

Una startup guidata da donne oggi non può prescindere da una solida cultura digitale e dalla protezione della propria infrastruttura tecnologica. In un ecosistema globalizzato e competitivo, la cybersecurity è una parte fondamentale del business plan.

Secondo un’indagine condotta da Clusit nel 2024, più del 38% delle PMI italiane ha subito almeno un attacco informatico negli ultimi 12 mesi. La consapevolezza della sicurezza digitale deve dunque diventare una priorità anche tra le startup a guida femminile, soprattutto in settori strategici come salute, media, e-commerce e innovazione.

Le startup al femminile non sono solo una questione di gender equity, ma di progresso collettivo. L’Italia del futuro è anche quella che sa valorizzare il talento imprenditoriale femminile. Le storie come quella di Bianca Arrighini sono più che ispirazioni: sono segnali chiari che innovare al femminile è non solo possibile, ma necessario.

Guardando al 2025 e oltre, la speranza è che ci siano sempre meno eccezioni e sempre più normalità nel vedere una donna alla guida di una tech company, di un media brand o di una startup di successo. Perché una società che riesce a includere davvero il talento femminile non solo è più giusta, ma è anche più innovativa, più competitiva e più preparata ad affrontare le sfide del futuro.

Come ha detto Bianca: “Il vero cambiamento non avviene quando una donna ce la fa, ma quando smettiamo di considerare eccezionale il fatto che ci sia arrivata.”

Ed è questo lo scenario verso cui dobbiamo tendere: un ecosistema in cui il merito non abbia genere, ma solo visione, competenza e coraggio.

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